Descrizione
La Rocca di Ceserana sorge sulla riva sinistra del fiume Serchio alla sommita’ di uno dei molti rilievi collinari, dalle pendici disegnate dai terrazzamenti, che caratterizzano il paesaggio agrario di ampie porzioni del territorio della Garfagnana.
La fortificazione occupa la parte piu’ alta del paese, sviluppandosi lungo il crinale posto ai suoi piedi, e ospita all’interno della cinta muraria la chiesa romanica di Sant’Andrea, gia’ ricordata nella bolla del Papa Alessandro III del 1168.
L’edificio religioso e’ di notevole importanza architettonica per la sua abside semicircolare, realizzata inpietra locale di colore bianco, scandita da lesene con capitelli decorati a motivi floreali e antropomorfi.
Il destino dei due edifici costituenti il complesso monumentale, si intreccio’ profondamente nel corso dei secoli tanto che il campanile della chiesa sorge sul basamento di una torre da difesa medioevale; a questo periodo si deve far risalire l’origine della fortificazione: la rocca fu’ infatti importante caposaldo militare degli eventi bellici succedutosi nei secoli XIII e XIV costituendo un importante presidio sulla sponda sinistra del Serchio in collegamento visivo con quelli di Perpoli e Palleroso su quella opposta (Perpoli, Palleroso).
La rocca e’ costituita da una modesta cerchia di mura, costruita in pietra di fiume, quasi verticali dotata di due piccole torricelle delle quali una a guardia dell’ingresso, l’altra rivolta verso le colline sovrastanti il paese; un camminamento per la ronda percorre quasi per intero il circuito delle mura sulle cui pareti si aprono piccole feritoie per consentire la difesa con armi da fuoco di piccolo calibro.
I lavori di restauro hanno messo in luce parte dell’edificio medioevale, costituito da mura sottili e verticali; la struttura assunse la configurazione attuale nel ‘400 quando anche Ceserana seguendo l’esempio di altre terre della Valle del Serchio, fece atto di dedizione agli Estensi. Costoro infatti, tra il 1467 e il 1474 inglobarono la piccola rocca originaria in un circuito piu’ ampio, crearono mura più spesse, in grado di soddisfare alle nuove esigenze difensive dovute all’introduzione delle armi da fuoco.
Tutto ciò si rese indispensabile anche in relazione al fatto che la linea di confine che la linea di confine fra i nuovi territori estensi e i domini lucchesi passava proprio nelle vicinanze del paese, il borgo di Lupinaia, che posto su un rilievo a poche centinaia di metri, era rimasto fedele alla Repubblica di Lucca e costituiva per tanto una pericolosa minaccia per l’integrità territoriale e l’incolumità dei nuovi sudditi.
Durante il secolo XVI la rocca, come leggiamo nelle lettere dell’Ariosto, conobbe un lento ma progressivo declino tanto da essere abbandonata e diventare, per un lungo periodo, il rifugio di una banda di briganti che la elessero a base per le loro incursioni al di la’ del confine.
Nel 1614, nel corso degli eventi bellici della guerra fra Lucca e Modena per le ricorrenti questioni di confine, le condizioni generali dell’edificio erano talmente precarie che il castellano Orazio Caselli sollecito’ al Duca un intervento radicale sia per poterlo utilizzare a fini difensivi, ma soprattutto per scongiurare il pericolo di crolli; a tal fine fu’ inviato l’architetto militare Pasio Pasi, fratello di Marcantonio Pasi progettista della fortezza di Montalfonso e di Verrucole, con lo scopo di predisporre un progetto che avrebbe dovuto prevedere anche il potenziamento della struttura per metterla in condizione di poter alloggiare artiglierie di grosso calibro.
Tale provvedimento era ormai inderogabile anche perché i Lucchesi stavano innalzando a Lupinaia una torre da cui facilmente avrebbero potuto sparare sul sottostante paese di Ceserana, inoltre il lungo periodo di abbandono del presidio aveva creato una promiscuità di funzioni, era infatti necessario dividere l’accesso dei fedeli alla chiesa da quello dei soldati alla fortificazione perché, stante il conflitto in corso, la situazione avrebbe potuto presentare risvolti pericolosi.
Superata una iniziale diversità di pareri con altri tecnici circa l’opportunità di abbandonare il presidio per realizzarne uno nuovo, si diede inizio ai lavori secondo il progetto del Pasi che prevedeva l’introduzione di due nuove torri rotonde nel circuito delle mura.
Il volgere a termine del conflitto interruppe il programma di attuazione del progetto che non vide il completamento; furono messi in opera solo quegli accorgimenti atti a sostenere gli attacchi da Lupinaia: una torre semicircolare dotata di cannone per bocche da fuoco di medio calibro.
Dopo tale intervento la rocca non subì ulteriori trasformazioni, la smobilitazione del presidio, avvenuta nel secolo XIX, e la conseguente trasformazione dei terreni interni alle mura in orti, hanno provocato il suo deterioramento e un generale declino.
Nel 1983 la proprietaria la cedeva al Comune di Fosciandora per una cifra simbolica di Lire 1.000 e da quel momento le varie Amministrazioni che si sono succedute hanno sempre cercato di intervenire con interventi di recupero e restauro della Rocca.
L’ultimo intervento risale al 2008 grazie al progetto “Bacino Culturale Valle del Serchio – Sistema delle Rocche e Fortificazioni” che ha visto la realizzazione di un impianto di illuminazione che ne esalta e valorizza la bellezza e il recupero di un locale adibito a centro di accoglienza turistica, opere che con il tempo hanno restituito a Ceserana una piccola, ma significativa, testimonianza della propria storia.